Una caratteristica di Venezia sono le Vere da Pozzo. Questi assicurarono nel corso dei secoli l’approvvigionamento di acqua potabile alla città. A forma di pozzo, in marmo, ne possiamo vedere centinaia sparsi per la città, oggi inutilizzati e chiusi ma utilizzati fino al 1884, anno di inaugurazione dell’acquedotto pubblico.
Nel 1500 erano più di 6000.
Al di sotto venivano costruite complesse cisterne sotterranee, che dovevano raccogliere l’acqua piovana dopo averla depurata da un sistema di filtri di argilla e sabbia, motivo per cui i pozzi venivano costruiti in mezzo ai campi o corti. Ogni volta che attraversiamo un campo dove c’è un pozzo nel mezzo, ora sappiamo che tipo di opera d’arte stiamo calpestando.
Queste opere venivano realizzate da esperti muratori, detti i “pozzeri”, riuniti in una categoria che si tramandava di padre in figlio e non potevano svolgere altri lavori. Nella piazza e nelle corti più importanti, spesso, i pozzi erano lavorati da artisti o ricavati da capitelli, testate di colonne. Un esempio di pozzo artistico, risalente al 1400, scolpito in pietra d’Istria, lavorato a grande cesta, è visibile nella corte Gregolina, vicino a Rialto. Nel cortile del palazzo ducale possiamo ammirare un vero pozzo in bronzo.